Sunday, February 27, 2005

Sondaggi e sondaggisti

C'erano una volta Pilo, Datamedia, SWG, Piepoli e tanti altri. Dall'anno 1 dopo E.F. (dopo le famose bandierine di Emilio Fede) e anche con la rielezione di Bush i sondaggisti hanno continuato a toppare clamorosamente. Ma ora possono tirare tutti un sospiro di sollievo. Arriva in soccorso la FABI che, snobbata al tavolo delle trattative, non avendo nulla da dire a proposito di che fine ha fatto la sua piattaforma, abbandonata prima da Dircredito e infine anche dal Sinfub, si consola sperimentando nuove forme di consultazione, non a proposito dei suoi insuccessi ma degli altrui successi, e strumenti sempre più democratici e popolarissimi di partecipazione democratica dei lavoratori. I quali così possono esprimersi con un sondaggio sul CCNL appena firmato (lorsignori correranno a firmarlo più tardi cercando di lucrare, come sempre hanno fatto, sulla fisiologica percentuale di scontenti). Che la vastissima consultazione popolare riguardi solo qualche decina di votanti su 300mila aventi diritto non importa. Sicuramente darà ragione alla FABI. Quel che è davvero comico è che tra i gli attivisti Fabi alcuni (non pochi) diano il voto di OTTIMO all'altrui sudore della fronte. O forse, chissà, i partecipanti sono già etichettati tra simpatizzanti del primo tavolo (OTTIMO), Sinfub (SUFFICIENTE), scontenti Fabi (INSUFFICIENTE) ortodossi Fabi (PESSIMO). Comunque sia alla Fabi sembra non sia rimasto che dare addosso al resto del mondo, non alle Banche naturalmente, ma alle altre organizzazioni sindacali. E come nella favola della volpe e l'uva, avendo fallito l'obbiettivo di un più che onorevole Contratto, non resta che parlar male di quello che hanno ottenuto gli altri. Contenti loro.

P.S. Volete sapere cosa non va nell'ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL sottoscritto da Falcri, Fiba/Cisl, Fisac/Cgil, Uilca, Dircredito e da tutti i sindacati dei secondi, terzi e quarti tavoli, tutti tranne che la FABI? Digitate numero di matricola e prime quattro lettere del vostro cognome sul sito della Fabi Antonveneta e il mistero vi sarà svelato. Potere della coerenza da parte di chi si riempie la bocca di democrazia, parola ai lavoratori, referendum. E Orwell gli fa pure un baffo.

Sunday, February 20, 2005

Le tre scimmiette

Una volta non sentivano, non vedevano e non parlavano. Poi si sono evolute e nella trasmissione di Simona Ventura fanno qualcosa in più. Ma quando sono venute a contatto con i banchieri hanno subito una vera e propria mutazione. E da tre si sono moltiplicate, anche se parlano comunque la stessa lingua, quella del governatore di Bankitalia. Che fa finta di non capire e a precisa richiesta risponde come se la domanda fosse un' altra. Così la commissione Europea chiede se esistono ostacoli all'acquisizione di Banche italiane da parte di banche estere e il nostro Fazio, in coro con gli altri banchieri che contano, risponde che non c’è paese dove le banche straniere posseggano quote in istituti bancari in misura più ampia di quanto avviene da noi in Italia. Con il che pensano di essersi liberati di questi fastidiosi rompiscatole d'oltralpe che vengono a schiacciare le uova nel loro dorato paniere. Peccato che il Commissario per il mercato interno Charlie McCreevy parlasse di controllo, che è tutt'altra cosa. Ma nel pianeta delle scimmie la logica e la conoscenza delle lingue sembrano degli optional inutili per quanto sono abituati a fare e disfare a proprio piacimento comandando a bacchetta politici e giornalisti di cui conservano ingombranti e utili scheletri negli armadi. Così a noi schiavi umani, consumatori, clienti, piccoli investitori e dipendenti del settore non resta che raccomandarci ai Santi Tabacci e Lamalfa che riescano almeno a non far infinocchiare il parlamento con il furbesco imbroglio dell'italianità. Ma forse è un'impresa disperata in un'Italia che avendo sempre protetto un mercato dove nuotano solo falsi imprenditori, speculatori e finanzieri d'assalto è costretta ora a svendere anche gli ultimi superstiti gioielli di famiglia a russi, libici e cinesi. Si, è rimasta la Fiat, ma per quella gli americani hanno preferito pagare una pesantissima penale piuttosto che affogare nella sua crisi ormai cronica. Perchè 'cà nisciuno è fesso dicono a Detroit.

Tuesday, February 15, 2005

Striscialabanca

Dal Pinocchio di Benigni
«L'accordo con gli olandesi è possibile, ma solo a certe condizioni». Parola di Chicco Gnutti. E quali sono queste condizioni? «Non lo so, non sono un banchiere», risponde Gnutti aggiungendo poi di non aver in mano pacchetti «pesanti» di azioni Antonveneta: «Non ho comprato un'azione in più di quella dichiarata».

Il cavaliere bianco ed Emilio (Fede)
Lodi-Antonveneta? La prima banca filogovernativa. La definizione non è nostra ma di Gianpiero Fiorani. Così Berlusconi acquista un altro fedelissimo e mette in cascina dopo Rete 4 anche Reti Bancarie. Sempre di etere si tratta.

Cattive abitudini
Non si ferma l’ondata di proteste contro la Banca Popolare di Lodi, finita nel mirino di Striscia la notizia per gli aumenti e le spese addebitate ai correntisti. Ieri la trasmissione di Antonio Ricci ha diffuso la testimonianza di un ex quadro direttivo della popolare il quale ha affermato che era l'alta direzione della Banca a imporre ai direttori di filiale di raggiungere una certa cifra di spese da addebitare sui conti correnti dei clienti per servizi mai resi. Ora capisco perchè Fiorani parla di banca filogovernativa.

Sunday, February 13, 2005

Tortellini stampa

Al Forex di Modena lo spettacolo è stato indecente. Molti commentatori in questi giorni si pronavano in ginocchio davanti alla divinità della sacra Trimurti e in particolare a una delle sue tre teste. Ma a Modena si sono superati. Improvvisamente hanno dimenticato tutto, bond argentini, Cirio, Parmalat, inchieste, denunce e, inchinandosi ai vuoti proclami di Fazio sull'efficienza del sistema creditizio italiano e la sua competitività, spargono in giro profumi d'incenso e peana riprendendo ed esaltando le traballanti ed elusive argomentazioni del governatore. Evidentemente qualcuno avrà ricordato loro da chi sono pagati e non mi sorprendo davanti all'ennesima dimostrazione di servilismo della italica libera stampa. D'altro lato, chi più chi meno, i banchieri hanno fatto quadrato intorno al loro paladino, sgomitando a pranzo per sedere al suo tavolo. Hanno brillato, per le loro significative assenze, Passera, Profumo e Salvatori. A questo punto alla stampa non è rimasto che puntare i riflettori sui vip del momento, quel Ricucci che ha fatto le capriole per essere invitato a pranzo e quello Gnutti che, con le sue battute, fa ridere più di Benigni. «Guai se uno straniero superasse il tetto del 15%, ce ne accorgeremmo tra qualche anno, soprattutto noi creditori». Esilarante. Ci mancava solo che saltasse in braccio al suo anfitrione come fa Benigni con i suoi ospiti. Molti banchieri hanno lasciato prima della fine e la festa si è spenta così, malinconicamente. Domani sarà un altro giorno e, state tranquilli, non vedremo i banchieri italiani alla riscossa. Domani, ancora una volta, sarà Striscia la notizia a darci la notizia. Quella vera.

Thursday, February 10, 2005

Fratelli d'Italia

Ho ricevuto un email che mi segnala che Franco e Riccardo Bossi (rispettivamente fratello e figlio di Umberto Bossi) sono stati assunti presso l'Europarlamento con la qualifica di assistenti accreditati, a 12.750 euro al mese. Di mestiere, Franco Bossi fa il venditore di autoricambi a Fagnano Olona e Riccardo Bossi, che ha solo 23 anni, il fuoricorso. "Ma non erano quelli che dicevano Roma ladrona?" commenta indignato il mittente. Ho verificato la notizia e corrisponde al vero. Io non mi scandalizzo, anzi. Siamo italiani e anche Bossi tiene famiglia.

Monday, February 07, 2005

Triangoli

Non stiamo parlando di quello delle Bermude, anche se dopo questo articolo potrei sparire. Il fatto è che oggi in un mirabile pezzo di Alberto Statera nell'inserto di Affari & Finanza di Repubblica intitolato "Il Cavaliere bianco in difesa della Banca padana", al quale vi rimando, si parla di intrecci tra Banca Antonveneta, Popolare di Lodi e il governatore di Bankitalia, di Lega, di articoli commemorativi, affetti filiali e altro ancora. Lo studio legale che cura i miei interessi mi ha diffidato dall'aggiungere qualsiasi altro commento o integrazione. Mi attengo a questa disposizione certo che molti miei lettori capiranno. A scanso di equivoci chiarisco anche che per quanto riguarda il triangolo trattasi ovviamente ed esclusivamente di quello creditizio Padova-Lodi-Roma e non di triangoli di altra natura. Mi dissocio da qualsiasi altra interpretazione.

Saturday, February 05, 2005

Storie di banche padane

Ieri un ufficiale giudiziario si è presentato nella filiale di Campobasso della Bipielle. I dipendenti della provincia di Campobasso avevano infatti portato in tribunale la Popolare per aver trattenuto in busta paga i contributi previdenziali che dovevano invece essere sospesi per i residenti nelle zone terremotate. La banca lodigiana si era rifiutata di applicare la normativa per il sisma del 31 ottobre 2002, continuando ad effettuare in busta le trattenute previdenziali e assistenziali. Da qui il ricorso agli organi giudiziari che ha portato ad un epilogo tanto indecoroso. L'ufficiale giudiziario, comunque, sembra non sia dovuto ricorrere al sequestro del caveau perchè il direttore, consultata la sede centrale, avrebbe precipitosamente sborsato, con un assegno circolare, quanto dovuto. Che sia questo il modo in cui dovremo abituarci a veder gestite le relazioni sindacali nella futura grande banca padana?

Friday, February 04, 2005

Ritornano i tank di latta

«Non possiamo permettere che una banca popolare padana non resti nelle mani dei padani». Così Maroni mentre negli hangar rombano i motori dei famosi carrarmati leghisti pronti a sferragliare per le strade di Padova e a mettere sotto tiro piazzetta Turati. Un problema di inquinamento in più per la giunta Zanonato. A Bruxelles la Kroes e McCreevy tremano e fanno scongiuri partenopei mentre ad Amsterdam la pelata di Bobo inquieta i sonni di Groenink. Ma intanto scopriamo che Antonveneta è diventata una banca orgogliosamente padana (o forse il ministro si riferiva alla popolare di Lodi?) e che, più prosaicamente, il salvataggio della cassaforte leghista Credieuronord, affossata dai debiti, incassa la prima rata in pagamento. Che succederà ora? Vedremo Fiorani alla testa della colonna corazzata, come Rommel nel deserto, al grido di "mamma li turchi"? Suggestivo ma improbabile. Piuttosto io mi toccherei li dove non batte mai il sole. Sappiamo quello che è capitato a Tremonti. A Lodi purtroppo di iella non sono esperti come all'ombra del Vesuvio e di sicuro non hanno preso le dovute precauzioni. Prevedo la nemesi. Come per quei pellegrini che si imbarcarono per andare alla conquista del santo sepolcro e furono buttati in mare appena usciti dal porto, quando scoprirono che non avevano gli scudi per pagarsi il viaggio. E chissà che a raccogliere i naufraghi non sia proprio una nave con bandiera olandese.

Ponti

Secondo il giornalista Riccardo Orioles non lo faranno più fra Messina e Villa, ma direttamente fra Messina e Salerno. Questo per evitare gli occasionali disagi (di cui il governo non è responsabile) della prossima nevicata. Che è comunque da addebitare (neve=freddo, freddo=Siberia, Siberia=comunismo) ai comunisti. Scommetto che non ci saranno smentite.

Tuesday, February 01, 2005

I nuovi barbari

Che Paolo Panerai e Gianpiero Fiorani non si amassero era noto a tutti. Ma non avremmo mai creduto che l'antipatia si potesse spingere fino al punto di denunciare il direttore di Milano Finanza per diffamazione. Nel suo consueto fondo del sabato, Orsi & Tori, il giornalista non infieriva poi più di tanto, dando notizie e commenti che altre autorevoli testate ultimamente pubblicano anche con maggior risalto e dovizia di particolari, dagli strani intrecci con le società di Gnutti alle buche di percorso (inchieste giudiziarie, processi, indagini e perquisizioni della Guardia di Finanza). Corriere della Sera, Repubblica, il Riformista, L'Espresso, Panorama, il Mondo, hanno aperto un osservatorio permanente sulle attività del finanziere e spesso con toni anche ben più pesanti della testata milanese. Cosa abbia scatenato questa reazione improvvisa e mirata non è dato sapere. Né è ipotizzabile che nelle edicole di Lodi arrivi solo Milano Finanza. A meno che in Bipielle, impegnati a lavorare 14-15 ore al giorno, come ci fanno sapere dalle tavole imbandite di Palazzo Chigi, non si dedichino alla lettura solo in una breve pausa il Sabato mattino. Comunque sia una tale reazione denota certamente un alto indice di nervosismo in quel di Lodi. Tra patti che saltano, inchieste della Commissione europea, resistenze e fari della stampa puntati non sembra andare tutto liscio come sperato. Stare sotto le luci della ribalta non è facile per nessuno, tantomeno quando si ha la presunzione di voler recitare da protagonisti. E la classe non si inventa.